Atacama: Paesaggi contrastanti del Deserto Cileno

Nel Pianeta in cui viviamo coesistono ecosistemi e ambienti naturali ordinari ed estremi; il deserto di Atacama rappresenta sicuramente un estremo, un ambiente in cui piante ed animali sono stati spinti al loro limite di adattamento con il fine di adattarsi a questo tipo di ambiente. Ecco perché lo abbiamo inserito tra i nostri viaggi naturalistici nel mondo.

Gli studiosi considerano l’Atacama come uno dei deserti più aridi del pianeta, dopo il deserto di McMurdo che però fa parte dei deserti polari; nella fascia denominata “desierto absoluto” cadono dai 1-3 mm di pioggia all’anno. In pratica non piove quasi mai!

Il deserto del Cile si estende su una superficie di circa 100 mila chilometri quadrati, circa un terzo dell’Italia, coprendo una fascia ad asse prettamente latitudinale che va dal 30° al 13° parallelo sud, essendo l’oceano Pacifico ad ovest e la Cordillera delle Ande a est i suoi limiti longitudinali. Generalmente si tende a parlare di deserto cileno associando la parola Atacama al territorio del Cile sebbene, tuttavia in maniera più estesa in molti considerano facente parte di questa eco-regione anche il deserto costiero del Perù che si spinge fino a Lima, e la zona geografica che si estende sopra i 3500m conosciuta come Puna (di cui fanno parte l’altopiano boliviano con l’annessa zona dei salares boliviani e la regione della Puna orientale che rientra nel nordovest dell’Argentina).

Piedras Rojas nel Salar di Atacama

I fattori climatici e geomorfologici che hanno contribuito alla formazione di questa vasta zona desertica sono principalmente tre:

Il sistema dell’anticiclone del Pacifico

La corrente marina di Humboldt

La catena delle Ande

Il sistema di alta pressione e la circolazione atmosferica connessa alla cella di Hadley è il fattore determinante per l’assenza di precipitazioni e quindi la creazione di zone desertiche in tutto il mondo in area subtropicali, tipicamente nei pressi dei tropici del Cancro o del Capricorno (i deserti del Messico, del Sahara e dei Gobi nell’emisfero nord e quelli del Namib, australiano e di Atacama nell’emisfero meridionale).

Nel Pacifico orientale la presenza della fredda corrente di Humboldt (dal nome di Alexander von Humboldt, lo scienziato tedesco che la catalogò nella seconda metà dell’Ottocento) che scorre da sud verso nord lungo la costa cilena e peruviana, provoca un abbassamento della temperatura dell’aria lungo la costa inibendo quindi l’evaporazione e la creazione di cumulonembi, ovvero la possibilità di piogge creando quindi un clima semidesertico ed arido. Dall’altro lato la corrente di Humboldt provoca, in particolar modo durante l’inverno australe, il fenomeno della garua o camanchaca, la nebbia convettiva che proviene dall’oceano e che rimane bloccata dall’inversione termica e dai bastioni costieri della Cordillera della costa, a quote comprese tra i 600 e gli 800m slmm. Il deserto costiero sudamericano è particolarmente ricco cactacee e succulente, presentando una forte componente endemica.

Quebrada di Guatin con i cactus echinopsis atacamensis

Il sistema montuose delle Ande e dell’altopiano andino, contribuisce invece a creare l’effetto Foehn nel versante occidentale della cordigliera; si tratta anche in questo caso di un fenomeno climatico che provoca precipitazioni nella parte alta della Cordillera delle Ande, in maniera tale che una volta superate le montagne l’aria sia già scarica di umidità.

Il deserto di Atacama presenta inoltre un’altra componente anomala rispetto agli altri deserti del mondo, la variazione di altitudine in uno spazio contenuto. Pensate che quando percorriamo l’itinerario durante il viaggio overland Atacama, passeremo in circa 180km di strada dal livello del mare della città di Arica al lago Chungara situato a 4580m slmm nel parco nazionale Lauca. La variazione di quota crea le condizioni climatiche e ambientali per la presenza di diversi ecosistemi che danno un tocco di variabilità ai paesaggi dell’Atacama.

I vulcani delle Ande con in primo piano la Valle della Luna

Si passa del desierto costero con le sue dune di sabbia costantemente avvolte dalla nebbia bloccata dalla Cordillera de la costa e appena si superano i 600/800m ecco sbucare il sole, avanziamo e continuiamo a salire attraversando il desierto absoluto la fascia più arida dell’Atacama dove la vita è pressoché inesistente, sebbene il sottosuolo inizi ad essere ricco di nitrati di sodio, rame e potassio. Un po’ per volta raggiungiamo i 1500-2000m di quota, in lontananza vediamo le Ande in questa zona principalmente formate da vulcani più o meno attivi; ci troviamo nel cosiddetto desierto andino in cui spesso si possono trovare oasi come quella di San Pedro de Atacama che raccolgono le precipitazioni piovose o nevose della parte alta della Cordigliera e le convogliano attraverso piccoli ruscelli nei bacini endoreici che formano poi i grandi laghi salati come il Salar di Atacama o il Salar de Surire.

Troviamo specie animali e vegetali che non vedevamo prima, compaiono i guanacos, le volpi, le oche andine, i ñandù (una specie di struzzo sudamericano) e poi i fenicotteri come quelli andini o di James. E’ in questa zona che troviamo piccoli canyon (quebradas) saltuariamente scavati da piccoli torrenti e punteggiati di cactus, come la quebrada di Guatin, oppure ampie vallate modellate dall’erosione del vento e della pioggia come la Valle della Luna o la Valle Arcoiris. Luoghi ideali per viaggi a piedi in gruppo

Scorci della Valle Arcoiris nel Deserto di Atacama

 

Facciamo ancora un salto un po’ più su arrivando a sfiorare i 3500-4000m e raggiungendo l’eco-regione della Puna o desierto de altura; a queste quote i paesaggi si fanno ancora più interessanti e variegati. L’altopiano andino è disseminato di laghi colorati, da enormi salares come quello di Uyuni e di Coipasa situati in Bolivia e punteggiato da vulcani che sfiorano i seimila metri di quota. I colori sono tenui ma la tavolozza è ricca di sfumature regalateci dei minerali depositati negli anni delle eruzioni vulcaniche: il giallo dello zolfo, il rosso dell’ematite (ossido di ferro), il bianco dei depositi di gesso e borace o il verde della malachite (carbonato di rame).

Scorci dell’altopiano vulcanico di Suriplaza, in primo piano i cespugli di llareta

 

A queste quote l’aria è più rarefatta e si è circondati da un paesaggio surreale in cui i coni vulcanici della catena orientale andina ed i salares (laghi salati) la fanno da padrone. Sembra che la vita scarseggi, ma se si cerca bene tra i bofedales (acquitrini d’alta quota, si possono scovare tre dei quattro camelidi andini: lama, alpaca e le vigogne, queste ultime sono selvatiche e molto difficili da avvicinare.

Con loro ci sono anche le simpatiche viscachas appartenenti alla famiglia dei chinchillà e anche loro selvatiche, tre specie di fenicotteri, gli ibis della puna, folaghe giganti, svassi andini, i picchi nella puna e un’ampia varietà di uccelli che meraviglieranno il birdwatcher più incallito!!

Isola Incahuasi con i cactus giganti nel mezzo del Salar de Uyuni

 

Attraversare il Salar de Uyuni, lago salato più esteso al mondo con i suoi 11 mila chilometri quadrati situato ad una quota di 3600m circa è uno spettacolo paesaggistico unico; il vulcano Tunupa a farci da guida verso nord, mentre ci imbattiamo nella surreale isola di Incahuasi. Antico scoglio in mezzo al lago oramai scomparso in cui crescono centinaia di enormi e pelosi Cactus de la Puna (Echinopsis atacamensis) in cui i colori della luce del mattino sono impressionanti.

Il nostro viaggio overland targato Trekkilandia prosegue verso nord, si rientra in Cile percorrendo le strade sterrate del parco nazionale Isluga, la Reserva las Vicuñas fino a raggiungere il parco nazionale Lauca impreziosito dai coni gemelli dei vulcani Pomerape e Parinacota e dell’azzurro intenso del lago Chungarà.

I coni dei vulcani Pomerape e Parinacota nel Parco Nazionale Lauca in Cile

 

Un viaggio con un piccolo gruppo per apprezzare la varietà di uno dei deserti più antichi ed aridi del pianeta; un viaggio di gruppo alla portata di tutti in cui si mette in primo piano l’aspetto naturalistico e paesaggistico dell’Atacama e l’avvicinamento a quote via via maggiori è svolto in maniera progressiva.

Un viaggio in cui il tempo sembra essersi fermato a qualche secolo fa, tra paesaggi contrastanti e villaggi aymara in cui si mantengono ancora le antiche tradizioni dell’allevamento dei lama e la coltivazione della quinoa e del chuño (una specie di patata d’alta quota che si fa essiccare al sole).

Per conoscere l’itinerario dettagliato del viaggio overland nel deserto di Atacama seguite il link:

https://www.trekkilandia.it/viaggi/overland-deserto-atacama

oppure scrivete a Marco, la nostra guida in Sudamerica:

marco_rosso86@libero.it

+56 9 78012414

Marco Rosso

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