Sulle Orme dei Ghiacciai della Patagonia

Torniamo a parlare di un argomento che durante gli ultimi mesi è passato in secondo o terzo piano dopo i recenti e tristi avvenimenti legati all’avanzare del Covid-19 attraverso il nostro pianeta. Non è passato molto tempo da quando Greta & Co. attiravano l’attenzione dei mass media sul cambiamento climatico e l’effetto che il riscaldamento globale sta avendo sul nostro pianeta durante l’ultimo secolo.

La Patagonia ed i suoi ghiacciai, è uno dei quei angoli del mondo che a volte passa in secondo piano per il fatto di essere lontano e remoto, e molte volte ci si concentra di più sui comportamenti delle enormi calotte glaciali che ricoprono i poli o la Groenlandia.

Non bisogna dimenticare tuttavia che i campi di ghiaccio patagonici (Campo de Hielo Patagonico Sur e Norte), situati a cavallo tra Cile e Argentina, rappresentano la terza massa di ghiaccio dell’intero pianeta, ergo anche la terza risorsa d’acqua dolce nel mondo, proprio dopo l’Antartide e la Groenlandia. Insieme ricoprono circa 16.000 km2 di superficie (circa due terzi della superficie della Sicilia) e durante l’ultimo secolo, ma soprattutto negli ultimi decenni, hanno visto fortemente diminuire la loro superficie, nonché il loro volume.

Durante la stagione 2016/17 il fotografo italiano Fabiano Ventura ha visitato la Patagonia ed i suoi ghiacciai realizzando la sua quarta spedizione formante parte del progetto denominato “Sulle tracce dei ghiacciai”, così descritto da lui stesso:

“Sulle tracce dei ghiacciai” è un progetto fotografico-scientifico che si avvale del contributo di fotografi e scienziati per coniugare comparazione fotografica e ricerca scientifica al fine di analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici partendo dall’osservazione delle variazioni delle masse glaciali. Con 6 spedizioni nell’arco di 10 anni destinate ai ghiacciai montani più importanti della Terra, il progetto ha lo scopo di produrre misurazioni glaciologiche e di realizzare nuove riprese fotografiche dallo stesso punto di osservazione e nel medesimo periodo dell’anno di quelle realizzate dai fotografi-esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900.

Il forte potere di comunicazione dei confronti fotografici unito ai risultati della ricerca scientifica contribuiranno a sviluppare una maggiore consapevolezza dell’impatto delle attività antropiche sul clima. La diffusione dei dati raccolti potrà sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di salvaguardare le risorse naturali per le generazioni future.

Durante le settimane passate in Patagonia, Ventura ha ripercorso le orme del sacerdote salesiano, fotografo e alpinista Alberto Maria De Agostini, per ripeterne le splendide fotografie realizzate tra gli inizi del ‘900 e la metà degli anni ’50, dagli esatti punti di ripresa e nello stesso periodo dell’anno in cui erano state scattate.

1945 – 2016 Il ghiacciaio Grey nel Parco Torres del Paine (Fabiano Ventura “Sulle tracce dei ghiacciai)

De Agostini è stato un pioniere della fotografia e delle esplorazioni tra le vallate e le montagne del Cono Sur, egli stesso è stato autore di svariati testi ricchi di fotografie dell’epoca tra i quali spicca la raccolta “Ande Patagoniche” che Ventura ha usato per estrapolare molte delle sue immagini usate poi nel confronto fotografico con l’attualità. La storia di don Patagonia meriterebbe un articolo a parte, e forse più avanti varrà la pena ripercorrerne le tracce; per chi vuole suggerisco l’ottimo testo del nostro amico Tito Barbini dal titolo “Il cacciatore d’ombre” (Ed. Vallecchi). Ma torniamo al confronto fotografico.

1945 – 2016 Lingue terminali del ghiacciaio Grey a confronto (Fabiano Ventura “Sulle tracce dei ghiacciai)

Il risultato della comparazione fotografica tra le foto del ’45 di padre De Agostini e quelle scattate da Ventura più di 70 anni dopo è eclatante e spaventoso allo stesso tempo. Le foto che trovate qui sopra sono state scattate all’interno del Parco Nazionale Torres del Paine, dove Trekkilandia vi porta a camminare lungo i trekking più australi del mondo; la prima in particolare è un fermo immagine preso da uno dei mirador classici del parco e nonostante il ghiacciaio Grey appartenente al Campo de Hielo Sur di cui abbiamo fatto menzione inizialmente sia lontano, si apprezza visivamente il forte retrocesso della lingua glaciale. Lo stesso vale per l’immagine qui in alto, dove apprezziamo la crescita del faggio australe in primo piano e la presenza del Nunatak (termine inuit per indicare le isole di roccia che compaiono lungo i flussi delle lingue glaciali) che se nella foto di De Agostini era quasi interamente circondato dal ghiacciaio, oggigiorno il Grey ne lambisce solamente il fianco settentrionale.

1945 – 2016 Confronto del ghiacciaio alla base delle Torri del Paine (Fabiano Ventura “Sulle tracce dei ghiacciai)

L’altro confronto fotografico che lascia a bocca aperta è quello delle Torri del Paine situate all’interno di uno dei parchi nazionali più belli della Patagonia cilena e altro iconico luogo dei viaggi a piedi targati Trekkilandia. Il trekking che conduce alla base delle guglie granitiche simbolo di Torres del Paine permette di raggiungere il bordo del lago color smeraldo che ai tempi di De Agostini non esisteva affatto, bensì ci saremo trovati davanti ad un piccolo ghiacciaio alpino e ai suoi detriti morenici. Ogni qualvolta raggiungo questo punto panoramico alla fine del sentiero ricordo l’immagine in bianco e nero e la mostro ai gruppi che accompagno, osservando ogni anno un rapido retrocesso dell’oramai quasi scomparso ghiacciaio delle Torri del Paine.

Attraversiamo la frontiera viaggiando via terra nella Patagonia Argentina all’interno del magnifico parco Los Glaciares; questa volta la coppia De Agostini/Ventura ci accompagna verso le guglie granitiche del FitzRoy e del Cerro Torre, saliamo la cima del Cerro Polo e ci troviamo davanti il lago del ghiacciaio Piedras Blancas. Di nuovo un lago proglaciale dal bel colore azzurro racchiuso da due evidenti morene laterali e che all’epoca della foto in bianco e nero di don Patagonia era per metà ricoperto dal ghiacciaio Piedras Blancas che oggi invece si è fortemente ritirato a monte.

1945 – 2016 Panoramica del FitzRoy con il ghiacciaio Piedras Blancas e lago omonimo a confronto (Fabiano Ventura “Sulle tracce dei ghiacciai)

Altro trekking iconico di quest’area montuosa facente parte del programma viaggio in patagonia overland che ogni anno si svolge a cavallo tra novembre e dicembre è quello della Laguna Torre e del Mirador Maestri. Anche qui le vicende alpinistiche attorno a questa montagna leggendaria varrebbero un altro articolo, però qui ci limitiamo a riportare il confronto fotografico che mostra il forte retrocesso del Glaciar Grande che scende dal versante orientale del gruppo de Las Adelas.

1945 – 2016 Confronto fotografico del ghiacciaio alla base del Cerro Torre (Fabiano Ventura “Sulle tracce dei ghiacciai)

E’ evidente come la tendenza di retrocesso glaciale sia ben marcata anche in Patagonia e anche per me che ci vivo con continuità da cinque anni i cambiamenti in taluni casi sono risultati drastici. Per darvi un esempio durante i viaggi a piedi in gruppo del Circuito O di Torres del Paine effettuati la scorsa stagione 2018/19 mi sono trovato di fronte a due distacchi importanti del fronte orientale del ghiacciaio Grey: il primo mentre accompagnavo un gruppo nel mese di febbraio che è quello che vedete in foto, ed il secondo avvenuto alcune settimane dopo nel mese di marzo del 2019.

Trekking Torres del Paine Circuito O – Foto scattata a fine febbraio 2019

Il secondo grande distacco del fronte orientale del ghiacciaio Grey nel Marzo 2019 (Fonte: La Prensa Austral)

La Terra è sempre stata in continuo e costante cambiamento, catena montuose si sono formate e sono state erose, vulcani hanno fatto nascere nuove isole e altre sono sprofondate e hanno dato vita a nuove barriere coralline; enormi distese glaciali hanno ricoperto buona parte delle terre emerse e si sono poi ritirate lasciando spazio ad ampie vallate e laghi cristallini. I cambiamenti non fanno impressione, sono parte di ciò che ci circonda, quello che fa’ paura è la velocità con cui avvengono davanti ai nostri occhi; il fatto che durante l’arco del nostro breve passaggio sulla Terra siamo testimoni passivi di questi rapidi mutamenti è quello che più ci deve far riflettere; cambiamenti che normalmente sono avvenuti in migliaia o decine di migliaia d’anni, ora avvengono nell’arco della vita di un essere umano.

Benvenuti nell’Antropocene, dove tutto gira attorno all’Uomo, nel bene e nel male!

Per visitare e conoscere i luoghi fotografati da De Agostini e Ventura vi consigliamo le vacanze a piedi che Marco accompagna a Torres del Paine e nella Patagonia Argentina:

https://www.trekkilandia.it/viaggi/trekking-in-patagonia-circuito-o

https://www.trekkilandia.it/viaggi/viaggio-overland-in-patagonia

Marco Rosso

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