L’Iperico e altri rimedi naturali da conoscere e mettere nello zaino.

Iperico – Erba di San Giovanni

 

Ci sono delle piante che hanno delle proprietà che sembrano essere fatte apposta per l’escursionista, insomma per tutti noi che amiamo viaggiare a piedi.

Molte delle piante sono comuni nella nostra penisola e utilizzate in abbondanza anche nell’enogastronomia, quindi se vi state preparando per un Trekking in Italia potete fare scorta prima della partenza oppure raccoglierle lungo il cammino.

 

Quando ho iniziato a fare la Guida vivevo in campagna, tra Amiata e Maremma, in un piccolo paese circondato da prati pascoli, boschi, fiumi…un paradiso.

Ho imparato a riconoscere le piante grazie alle donne del posto che mi accompagnavano in rocambolesche passeggiate per fossi e rovi.

L’unico inconveniente è sempre stato dare un nome a tutte le Erbucce: erbuccia 1, erbuccia 2, erbuccia 3.

 

Loro mi hanno insegnato a riconoscere le piante buone da quelle cattive…e anche oggi, di solito, sò se posso fidarmi di una pianta oppure no.

E’ un po’ strano, ma è così.

Al fine di dare un Nome a tutte le Erbucce fotografavo, raccoglievo le parti fondamentali per il riconoscimento della pianta, studiavo tramite libri ed Erbari, consultavo forum su internet ed esperti locali.

L’utilizzo delle piante è venuto in un secondo momento, ho imparato strada facendo e sperimentando un po’… a volte sbagliando.

 

Prima di raccogliere una pianta e utilizzarla, o prima di assumere composti che ne contengono il principio attivo, è sempre saggio documentarsi, non improvvisare e consultare gli esperti.

 

Atropa Belladonna. Pianta estremamente tossica

 

Ci sono tante altre piante non presenti in questo articolo che si trovano in natura o nei nostri giardini e orti e possono essere utili per risolvere fastidi e malesseri di vario tipo, potenzialmente rovinosi per la vostra Vacanza Trekking: per abbassare stati febbricitanti e infiammatori la Natura offre l’Atropa belladonna (molto tossica, mortale), oppure per alleviare bruciori di stomaco la Malva e la Borragine in decotto), oppure il Corbezzolo (Arbutus unedo) dal potere astringente.

 

 

Quello che stai per leggere è un racconto informale di esperienze personali, non è un sommario scientifico: riporterò accanto al nome volgare il nome scientifico in modo che possiate approfondire con calma le vostre ricerche.

Le piante non sono elencate in ordine di importanza.

Iperico – Hypericum perforatum

IPERICO (ERBA DI SAN GIOVANNI) – Hypericum perforatum.

Tra tutte le sante erbe che vanno a formare l’ acqua profumata di San Giovanni, l’Iperico è sicuramente il Re.

E’ l’Erba di San Giovanni per eccellenza, anche se in Sardegna l’Elicriso contende questa nomina.

Con la diffusione del cristianesimo si era diffusa la leggenda che l’Iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni, che il Diavolo la volesse distruggere ma riuscì solo a “perforare” le foglie. Forse è anche per questo che l’iperico veniva bruciato per scacciare i diavoli dai luoghi, o bevuto per far uscire “i diavoli dal corpo”. In questo modo, i superstiziosi hanno da sempre tratto beneficio del principio attivo della pianta, l’Ipericina, usata ampiamente a scopo terapeutico contro la depressione.

 

Io non ho mai provato l’Iperico per via interna, ma fa parte del mio pronto soccorso casalingo e quando è possibile porto con me nello zaino una piccola boccetta di oleolito. Ne basta veramente pochissimo.

L’iperico infatti gioca sul tempo!

Spalmato il suo denso olio rossastro sopra la bruciatura evita la formazione delle galle piene d’acqua, difficili da gestire soprattutto in viaggio, allevia l’infiammazione e aiuta l’epidermide a ricostituirsi.

 

Un portento miracoloso!

 

Si utilizzano i fiori, ma attenzione, l’Iperico, ha tante sottospecie e quello che viene usato per produrre l’Olio di Iperico è l’ Hypericum perforatum.

Bisogna osservarlo bene, da vicino: le sue foglie in controluce sembrano bucherellate – da cui perforatum – in realtà si tratta di piccole vescichette oleose; mentre i puntini neri che si possono vedere soprattutto ai margini dei petali sono strutture ghiandolari che contengono l’Ipericina (un olio color rosso).

Ricorderò sempre la prima volta che ho provato a fare l’olio di iperico…

Ho messo i fiori a macerare dentro un barattolo di olio d’oliva extra vergine...poi mi è stato detto che stavo macerando inutilmente un tipo di Iperico che non avrebbe prodotto l’effetto desiderato.

 

Non era il Perforatum!

Così ho imparato a riconoscerlo…Quindi attenzione!

 

L’olio di iperico, o balsami a base di olio di iperico sono ottimi rimedi per il pronto soccorso del viaggiatore, contro le ustioni, le bruciature, gli eritemi solari, o semplicemente come dopo sole tonificante per tutto il corpo.

Avete letto il libro o visto il Film “Sogno di una notte di Mezzaestate” di William Shakespeare?

La notte di Mezzaestate è un giorno preciso, il 24 giugno appunto: secondo la tradizione nordica in questa notte possono accadere cose ritenute impossibili, perché il mondo naturale può incontrare e fondersi con quello sovrannaturale.

 

Acqua, fuoco ed erbe acquistano poteri magici...i simboli di San Giovanni non di meno.

In astronomia il Solstizio da inizio all’estate…nel calendario agricolo siamo invece già a Mezzaestate appunto…

 

Arthur Rackham- Fairies . Illustrazione per Sogno di una notte di Mezzaestate

 

Sono tante le tradizioni legate all’utilizzo di questa pianta.

La più comune in tutto il territorio italiano è la tradizionale “Acqua di San Giovanni”.

Nella notte tra il 23 e il 24 giugno, qualche giorno prima o qualche giorno dopo, insomma nel periodo del Solstizio d’Estate, da sempre le donne avevano l’abitudine di raccogliere i fiori “magici” – che raggiungono il massimo della fioritura proprio in questo periodo dell’anno – per metterli dentro una ciotola e riempirla d’acqua, affinchè durante la notte avvenisse il rito di purificazione,

 

Con l’arrivo del Cristianesimo, la tradizione non cambia…ma si pensa che il Santo volteggi nella notte e benedica l’acqua e i fiori con la rugiada….L’acqua benedetta, dal potere curativo e benefico, veniva usata poi la mattina per lavare viso e corpo.

Questa tradizione è stata custodita e praticata con varianti regionali e micro locali uniche e curiose, che rafforzano il legame – spesso inconsapevole – con le antiche tradizioni pagane.

Gli antichi, molto semplicemente, pensavano che in questa notte si celebrassero le nozze tra Sole e Luna…in effetti la notte del Solstizio d’estate, detta banalmente, è la notte più lunga dell’anno e il solstizio da inizio alla stagione estiva.

Il Sole è San Giovanni Battista, ma la Luna chi è ?

 

Salomè – Illustrazione di Aubery Beardsley

 

La rugiada della notte di San Giovanni è formata dalle lacrime di Salomè, che pentita di aver decapitato il santo, pare ne abbia ricoperto di baci e lacrime la testa …pare che Salomè vaghi per l’eternità nell’aere spinta dal vento impetuoso uscito in quel momento dalla bocca di San Giovanni Battista.

Per onestà, alcuni dati…da cui ognuno può trarre le proprie conclusioni.

I Festeggiamenti per San Giovanni Battista (24 giugno) di poco seguono il Solstizio d’Estate (21 giugno).

 

L’ acqua è sempre stato il mezzo divino tangibile attraverso il quale il mondo del sacro poteva incontrarsi con quello dell’uomo, attraverso essa potevano avvenire purificazioni e guarigioni.

Ancora oggi sono tantissimi i luoghi legati a riti legati all’acqua (come i pozzi sacri) in tutto il Mondo, in religioni anche molto diverse tra loro.

Spesso il corpo doveva essere immerso per compiere il “passaggio” e i rituali si compivano alla nascita, alla morte e in momenti molto significativi della vita.

Il Sacramento Cristiano del Battesimo, alle origini, veniva infatti compiuto per immersione.

 

 

Rosmarino – Rosmarinus vulgaris

ROSMARINO – Rosmarinus officinalis

A me il rosmarino piace tanto, di solito mi fermo durante il cammino per strofinare le mani delicatamente su foglie e fiori e portarmi dietro un po’ di freschezza e tirare dei gran respiri.

E’ infatti una pianta aromatica sempreverde, comune delle coste mediterranee, si può trovare anche nell’entroterra fino a 1500 metri.

Quando siete a camminare sul mare, lungo costa, e improvvisamente sentite un profumo balsamico è il Rosmarino.

 

All’Isola d’Elba, Isola del Giglio o in Sardegna mi capita spesso di fare dei bagni aromatici di rosmarino…no, non mi tuffo nei cespugli.

A volte porto un piccolo mazzetto di rosmarino nello zaino, perchè potrebbe essere utile per scacciare gli insetti, fare infusi balsamici o per condire insalate e pranzi al sacco durante i Trekking.

 

Da poco ho scoperto che la tradizione gitana tiene in altissima considerazione il Rosmarino.

Portato sul cuore scaccia le malattie e porta felicità...

Mi raccomando: non sradicate intere piante di rosmarino, basta un piccolissimo rametto!

 

Lavanda – Lavandula stoechas

LAVANDA – Lavandula stoechas

 

Io preferisco quella che cresce sulle garighe, a picco sul mare (Stoechas) rispetto a quella Officinalis che viene largamente utilizzata in erboristeria per realizzare oleoliti, balsami e creme.

Penso che le gocce di acqua salata del mare la rendano in qualche modo speciale.

Il suo potere rilassante lo conosciamo, il suo profumo può essere addirittura conturbante in quantità eccessive, quindi andateci piano.

 

E’ una pianta aromatica sempre verde, molto bella, con la sua infiorescenza rigogliosa...Non strappatela dal suolo, ma piuttosto accarezzatela e il profumo rimarrà sulle vostre mani a lungo.

In commercio potete acquistare la lavanda soprattutto sotto forma di oli essenziali, ma il tradizionale utlizzo di questa pianta ha origini molto antiche: ancora oggi in molti borghi della Toscana usano raccogliere la lavanda e farla essiccare per fare dei bastoni profumati, utilissimi da mettere dentro gli armadi e i cassetti.

 

Per tanto tempo io ho usato e regalato sacchetti profumati ai fiori di lavanda, che usavo per deodorare armadi, la macchina.

Ho iniziato a infilare questi sacchetti anche nello zaino, che così rimaneva sempre profumato ovunque andassi.

Un bastoncino o sacchetto di lavanda è molto utile quindi in un Trekking di piu’ giorni per mantenere profumato il reparto degli indumenti intimi e scacciare quello spiacevole odore di umido, specie se dovete lavarli alla buona e asciugarli (forse meglio dire seccarli) al sole, a penzoloni legati nello zaino.

 

TIMO – Thymus Serpyllum

 

TEE TREE OIL – Melaleuca alternifolia

 

Portentoso olio essenziale ad azione antibatterica, antivirale e antifungina.

Non troverete questo arbusto durante un Trekking, a meno che non siate in esplorazione lungo la costa nord del Nuovo Galles del Sud, in Australia, dove cresce in un limitata area paludosa e presso i ruscelli.

Potete acquistare l’olio sia in farmacia che in erboristeria, è comodissimo da portare in viaggio perchè le boccette sono molto piccole e bastano pochissime gocce.

 

Io lo utilizzo sia a casa che in viaggio: ho lavorato tanto con bambini e ragazzi e il tee tree oil è stato un ottimo disinfettante last minute anche quando non conoscevo bene allergie e intolleranze a eccipienti di vari disinfettanti.

E’ un ottimo ingrediente per un collutorio naturale (risciacquare senza ingoiare) oppure si possono aggiungere ½ gocce sul dentifricio per un igiene completa antibatterica durante un lungo viaggio. E’ efficacie anche in caso di infiammazioni gengivali e afte, oppure può essere d’aiuto contro l’insorgenza di verruche.

 

Qualche goccia di tee tree oil per la quotidiana igiene intima tiene lontani funghi e batteri (qualche goccia nell’acqua di lavaggio o direttamente sulla superficie che indossate, mai prima del cammino e senza sovra dosare).

Io uso abitualmente il tee tree anche nel lavaggio dell’abbigliamento intimo (mutande, calze) o per fare pediluvi rinfrescanti e disinfettanti.

 

Rosa canina

ROSA CANINA – Rosa canina

 

Uno dei vantaggi del riconoscere le piante è quello di potersi permettere degli spuntini gustosi lungo il Trekking: Corbezzoli (Arbutus Unedo), More, Lamponi, Fichi, Asparagi, Fragoline di bosco..sono altri frutti selvatici commestibili e spesso ricchi di proprietà (antiossidanti, remineralizzanti e anche nutrienti) che potete assaggiare durante un Trekking in montagna o in collina.

 

Il frutto della rosa canina (una bellissima e delicatissima rosa che potete vedere lungo le strade e nei campi dalla tarda primavera e inizio estate) è la regina della Vitamina C in natura: è un “falso frutto”, come la fragola, e i suoi cinorroidi (i ricettacoli frutticoli leggermente urticanti avvolti da una polpa rosso vermiglio e ricoperti da una cuticola rossa) sono ricchissimi di questa preziosa Vitamina.

Cogliere il frutto della rosa canina direttamente dal suo arbusto è quindi una vera botta di vita!

 

Il sapore è particolare, forse vi sarà capitato di assaggiare la marmellata (che richiede un’operazione lunghissima e meticolosa) o il liquore.

Per fare questa esperienza sensoriale e tattile dovete aspettare la “gelata” di Gennaio…Durante l‘Autunno i frutti sono ancora duri e vi consiglio, se volete, di coglierli e lasciarli seccare all’aria per qualche tempo, per poi tagliarli a metà e fare degli ottimi decotti ricchissimi di Vitamina C, a cui potete aggiungere qualche goccia di Echinacea per aumentare le difese immunitarie (anche in viaggio, se avete a disposizione un fornellino e una contenitore di acciaio).

 

Dopo la gelata, staccando il frutto, vi accorgerete subito della differenza: il frutto è morbido e potreste addirittura schiacciarlo.

Come si mangia la rosa canina?

Siete pronti?

Per me è sempre molto divertente: abbandonate il bon ton e preparatevi a impiastricciarvi le mani con una densa e polposa confettura vermiglia che rimarrà appiccicata alle vostre mani.

 

Il consiglio migliore che posso darvi è questo: staccate il picciolo e mettete in bocca l’intero frutto, come un cioccolatino al liquore…la polpa si stacca facilmente dai semini ricoperti dai piccoli peli…a questo punto, sputate i semini.

Non è molto elegante, ma sicuramente è il metodo più facile.

Lascerò a voi giudicare questa selvatica esperienza di gusto!

 

Una curiosità sull’origine del suo particolare nome: in antichità ritenevano le radici della rosa canina curative contro la rabbia canina. A noi ci tramanda questa conoscenza Plinio il Vecchio, che aggiunge la testimonianza di un soldato romano guarito dalla rabbia grazie alla pianta.

Anche i petali dei fiori vengono usati per decotti insieme al frutto, ma non esagerate perchè hanno un leggero potere lassativo…anche questo potrebbe essere buono a sapersi dopo tutto!

 

Rosa Canina

ALOE VERA – Aloe vera

Vi è mai capitato di essere sorpresi da un’improvviso e inaspettato aumento della temperatura durante un Cammino, e ritrovarvi con vesciche dolorosissime ai piedi che poi sono tragicamente scoppiate lasciando scoperta la pelle viva?

Si, orribile, mi dispiace.

A me è successo, proprio durante una lunga tappa della Via Francigena nel Lazio.

Calza sbagliata, scarpa sbagliata, capita.

 

Nei giorni successivi zoppicavo, il dolore mi impediva di appoggiare quasi tutte le dita dei piedi. La situazione era verosimilmente critica.

La soluzione è arrivata grazie a lei, la generosa Aloe Vera.

In commercio esistono pomate, creme, oli e gel ma un quadratino di vera pianta di aloe vera, potrebbe letteralmente svoltarvi la Vacanza.

E’ ottimo anche come dopo sole, contro le ustioni e gli eritemi solari.

 

Applicando un’adeguata quantità della polpa (consistenza gel) sulla parte dolente, nel giro di poche ore vedrete l’epidermide riacquistare vitalità e corpo.

Ottimo se riuscite a tenerla lontano da fonti di calore dirette per un effetto di maggiore freschezza al contatto.

In caso di lunghi viaggi meglio scegliere un gel che potete acquistare nelle erboristerie, ma per Trekking brevi, può resistere alla grande.

 

OLIO DI NEEM – Azadirachta indica

TIMO – Thymus Serpyllum

 

Anche del Timo esistono tante specie, la mia preferita si incontra dalle montagne al mare, è il Thymus Serpyllum, selvatico, strisciante, adagiato negli anfratti di rocce esposte al sole. Spesso il suo profumo limonoso (diverso da quello della Melissa selvatica) precede l’incontro. Come Rosmarino e Lavanda, si presta a una delicata carezza per apprezzare le sue qualità aromatiche.

 

Quello ad uso alimentare è la specie Vulgaris, ma anche anche quello selvatico viene apprezzato per le sue qualità, sia a uso interno che esterno: antibiotico, antiparassitario, antisettico, vermifugo, sedativo, diuretico, antispasmodico, ecc, ecc,..

Potente Timo dalle mille qualità!

 

Qualche foglia essiccata potrebbe arricchire e aromatizzare melanzane grigliate o cotte sulla brace, ma poche gocce di olio essenziale (attenersi strettamente alle dosi consigliate) possono essere molto competitive e di conforto durante un trekking o un viaggio in caso di disturbi all’apparato digerente o all’apparato riproduttivo.

 

Una curiosità intrigante dal mondo della Natura: una bellissima farfalla blu che si chiama Maculinea del timo (Phengaris arion) ha uno ciclo vitale complicato dalla stretta simbiosi con la Formica Myrmica. I bruchi della Maculinea – sentite bene – si sviluppano sulle infiorescense del Timo, finchè dopo la terza muta non si lasciano cadere a terra.

 

La formica, attirata dal goloso liquido secreto dai bruchi (a base di aminoacidi e zuccheri, necessari alla formica per l’accrescimento), comincia a leccare il bruco…che con maestria e astuzia è in grado di emettere (grazie a un organo stridulante) un suono simile a quello emesso dalla Formica Regina. Con questo stratagemma i bruchi si fanno trasportare dalle formiche all’interno del formicaio, dove indisturbati si nutrono di uova, larve e pre-ninfe fino a diventare crisalide (pupa) e sfarfallare.

 

Affascinanti e inquietanti sono spesso gli equilibri della Natura!

 

Rosmarino – Rosmarinus vulgaris

OLIO DI NEEM – Azadirachta indica

 

A ognuno il suo nome…

L’Azadirachta è un albero sempreverde, endemico del Subcontinente Indiano (fa parte infatti della tradizione ayurvedica), da cui da millenni si estrae questo olio vegetale, molto poco profumato (per essere gentili) e non edibile.

Zanzare, zecche, papatecci, pidocchi e tutti i parassiti saltellanti o svolazzanti o striscianti sono refrattari a questo olio, e la consistenza oleosa permette all’ospite (umano, animale, persino vegetale) di prevenire punture o morsi.

Non ha lo stesso effetto di tossici spray, va applicato piu’ volte, ma è un aiuto naturale non cancerogeno e non inquinante.

 

Consiglio comunque di non esagerare con l’applicazione e non esporsi direttamente alla luce solare.

Alle sue qualità antibiotiche, antibatteriche e antinfiammatorie, antiparassitarie, si aggiungono quelle idratanti, ristrutturanti e rigeneranti dell’epidermide…anche se il suo odore pungente non gli permette di essere considerato tra gli oli più profumati della Terra.

Potete portare una piccola boccetta nello zaino e usarlo all’occorrenza se vi capita di dover dormire all’aria aperta o in bivacchi di fortuna, in un bosco frequentato da animali selvatici, lungo fiumi o sottoboschi nella stagione estiva.

 

E se amate fare Dog Trekking con unico prodotto avete risolto il problema!

 

ELICRISO – Helichrysum italicum

ELICRISO – Helichrysum italicum

 

La mia tisana invernale perfetta contiene mirto, eucalyptus, alloro, rosmarino, timo, rosa canina ed infine fiori di Elicriso.

Cresce sulle rocce sotto il sole, è il Sole d’oro del Mediterraneo (dal greco elios e chrisos, rispettivamente sole e oro).

La fioritura è tra Marzo e Luglio (dipende dalla regione), i fiori devono essere raccolti a completa maturazione ma ancora freschi, per procedere ad accurata essiccazione al buio in ambiente caldo, appesi in mazzetti a testa in giù.

 

Il profumo conturbante e selvatico di Elicriso è noto a chi pratica Trekking in Italia, lungo le coste del Mediterraneo, attraverso le isole dell’Arcipelago Toscano e ovviamente a chi fa Trekking in Sardegna (dove si trova l’ Helichrysum italicum subsp. Microphyllum).

Ho potuto sperimentare che l’elicriso è un ottimo antistaminico naturale (decotto di fiori con rinforzo di tintura madre), è un ottimo supporto per asmatici e allergici, contro le affezioni dell’apparato respiratorio grazie al suo potere espettorante e antisettico bronchiale.

 

Svolge un ruolo stimolante per le funzionalità del fegato.

Unguenti e oli a base di Elicriso agiscono in maniera efficace livello cutaneo contro le dermatiti allergiche e da contatto, sono rimedi benefici contro eczemi, herpes, irritazioni, dermatiti, psoriasi, scottature, abrasioni.

In Sardegna viene prodotto un olio a base di elicriso che imita quelli usati anticamente delle donne, antirughe, elasticizzante e io aggiungerei…a potete azione aromaterapeutica (buon umore).

 

Zenzero e Curcuma

CURCUMA E ZENZERO

Elisir di lunga vita!

 

Ho imbrogliato, al 10° posto non c’è una pianta…ma 2, ma sono importantissime entrambe ed è facile trovare uno spazio per un sacchetto di Curcuma e un pezzetto di radice di Zenzero.

CURCUMA – Curcuma Longa.

 

E’ una pianta erbacea.

Ha funzione digestiva, epatica, la sua azione antiossidante e di sostegno all’apparato digerente e articolare la rendono molto potente contro l’invecchiamento cellulare. Inoltre può aiutare a contrastare i disturbi del ciclo mestruale.

E’ il principale ingrediente del curry indiano.

Come usarla?

 

Oggi lo potete trovare anche sotto forma di capsule come integratore alimentare e in fitoterapia, ma è anche una spezia.

Se non avete mai usato la Curcuma, potrebbe essere amore a primo assaggio…ma vi consiglio di fare dei test introducendo piccole quantità di questa seducente spezia color ocra alle verdure, alla pasta, ai risotti in alternativa allo zafferano.

Aggiungete a fine cottura, in modo tale da assumere i principi attivi.

 

ZENZERO – Zingiber officinalis

 

Mi piace nature, decotto, caramellato, gratugiato, in polvere.

Ho cominciato a introdurlo (in quantità minime) nel mio menù quotidiano per il suo potere tonificante e rinvigorente (a colazione o in mattinata sotto forma di bevanda), oppure tagliato a minuscoli pezzettini o scaglie insieme alla frutta, ottimo insieme a yogurt, latte di riso o cocco e cereali.

Lo uso anche nella preparazione di piatti a base di verdure, oppure al posto del formaggio, sul riso basmati con l’aggiunta di un pizzico di olio di arancio.

 

Oppure, molto semplicemente (facile da fare anche in viaggio) un decotto di radice di zenzero e spremuta di limone: in inverno potete far cuocere a bassa temperatura un pezzetto di zenzero lavato e ripulito, poi potete aggiungere la spremuta di limone (¼ di limone) e bere caldo con un cucchiaio di miele. A vostra discrezione potete aggiungere un pizzico di polvere di cannella, che in alternativa potete mettere a bollire insieme allo zenzero (bastoncini).

 

La versione estiva di questa bevanda è buonissima: dopo aver fatto raffreddare il decotto di zenzero, aggiungere succo di limone (½ per 1 L), menta e un bastoncino di cannella (che si depositerà nel fondo dando un retrogusto dolce al tutto).

L’utilizzo dello zenzero nella cultura popolare è ampio: riconosciuto come rimedio naturale efficace contro malanni passeggeri di stagione come raffreddore, tosse, influenza, viene usato per trattare patologie e infezioni a livello respiratorio.

 

Ha proprietà lenitive e calmanti nei confronti dell’apparato digerente, combattendo contro nausea, mal di stomaco, crampi, mal di mare, diarrea.

In Indonesia viene addirittura usato per contrastare disturbi alimentari, obesità o cattive abitudini alimentari che possono portare a disturbi di stomaco.

In India invece ricavano una pasta usata contro il mal di testa, da applicare con massaggio sulle tempie.

 

Mentre scrivo tutto questo, mi viene in mente un libro, bello da leggere in viaggio.

La Maga delle spezie”.

Come le spezie, i fiori, le radici, gli oli…

Ci troverete dentro tutti i profumi e i sapori della vita.

Carla Pau

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