I Viaggi del Silenzio … le “e” che il Corona fa crollare

Circa vent’ anni fa insieme a delle amiche a amici insegnanti di yoga e altre discipline, creammo una serie di iniziative che chiamammo “Camminare fuori e Camminare dentro”. Qualcuno so per certo che sorriderà ricordandosi di quegli eventi … . Comunque, erano dei soggiorni in cui si univano diverse attività, dal Camminare allo Yoga, al Tai Chi, al Qi Gong e così via. E anche il camminare non era solo escursionismo, all’ epoca divoravo qualunque scritto di Carlos Castaneda che in alcuni libri faceva riferimento a diverse tecniche di meditazione camminata. Un anno mi trovavo a Parigi per fare da testimone di nozze ad una mia amica. Il caso volle che il testimone dello sposo fosse stato uno dei segretari proprio di Castaneda, non l’ho mollato un attimo, sembrava fossimo noi gli sposi! E via giù con più forza con “il Camminare fuori e il Camminare dentro”. Poi c’è stata una fase in cui il mio Camminare dentro era diventato prioritario e, di fatto, viaggiavo solo il necessario. Poi è stato il camminare dentro che mi annoiava, anzi quasi mi dava fastidio ogni forma di misticismo e di meditazione e il nutrimento lo trovavo solo nel viaggiare il più possibile. In tutto questo percepivo in me un sentimento di separazione, mi sembrava di vivere quasi l’uno come compensazione dell’altro. In effetti mi riecheggiavano le parole amiche: “quando pensi di aver bisogno di più libri, prega e quando pensi di aver bisogno di pregare di più, leggi”.

Poi è successo, poi l’ho incontrato. Ne avevo sentito parlare, credevo di averlo conosciuto. Il Silenzio, quello vero. L’ho riconosciuto e quella “e” tra il camminare dentro e fuori è sparita. Esisteva ed esiste solo il Camminare. Non solo, è scomparsa anche la “e” tra le parole Camminare e Fermarsi. Il Silenzio dà spazio solo all’ Essere.

Poi certo, tra stare in casa e andare in giro, preferisco sempre la seconda …

Una volta una amico serbo mi disse una cosa molto interessante sul Silenzio. Moncilo dipinge icone per le chiese ortodosse e traduce testi sacri in vari dialetti del mondo, pazzesco! Insomma, Moncilo è uno che di linguistica ne sa abbastanza e una sera mi disse che, mi sembra in serbo o in un dialetto serbo, esistono due parole per “Silenzio” , ovvero una per esprimere il silenzio degli uomini e l’altra per il silenzio della Natura. Ancora un’ altra “e”, potevo capirla, certo, ma non mi convinceva del tutto, avevo già imparato a dubitare delle “e”, mi davano il senso di separazione.

Il Silenzio del deserto freddo Islandese è completamente diverso da quello del deserto arido del Marocco: uno per me è pieno di vita e invita al cammino, l’ altro la vita la mette a dura prova e invita più alla stasi. Il silenzio che trasmette e si prova davanti a un ghiacciaio è forse, per me, il più commovente, il solo pensare al ghiacciaio mi fa scendere le lacrime spesso.

In questi giorni, quelli del Corona virus, sicuramente c’è più tempo per il camminare dentro e c’è più spazio per il Silenzio. Per qualcuno sarà una miscela esplosiva, come si dice … o bene bene o male male! Ma si dice anche che ogni problema può essere visto come una grande opportunità, bene, buon lavoro a tutti!

Comunque, in questo silenzio che c’è in giro per le città io ci sto proprio bene, quasi meglio che negli ambienti naturali. Che strano, è la prima volta che mi capita. E me ne accorgo per quel sorriso pacifico che senza volerlo e senza alcuna ragione apparente mi si forma sul viso. E lo percepisco dal velo che cade dai miei occhi nell’ osservare le cose.

Infatti … stamani, facendo la passeggiatina mattutina con Artù, è crollata anche la “e” tra il silenzio degli uomini e quello della Natura. Non c’era il frastuono delle gru dei cantieri edili, non c’erano gli adolescenti che impennano con i loro motorini truccati, non c’erano i clacson, non c’erano le seghe elettriche che si usano in questo periodo per la potatatura degli Ulivi. Non c’erano aerei nel cielo, figuriamoci i droni. In città, stamani, si sentiva chiaro come non mai il cinguettio degli uccellini, si sentiva come non mai il suono dei rami mossi dal vento, si sentiva come non mai lo zampettare allegro di Artù e degli altri cani. Ma chiaro si sentiva anche il suono calmo del pedalare e quello leggero del camminare e del correre. Anche le poche macchine che passavano sembravano gentili nel passarmi accanto, forse perché più gentile e umile era la mano di chi la guidava. Eh già, in questo periodo l’arroganza serve a poco, un piccolissimo essere ci sta mostrando tutta la nostra fragilità. Si, conviene essere umili. Quella “e” doveva crollare prima o poi, perché non mi è mai tornata la separazione tra Natura e Uomo, anche parlando solo del Silenzio. Come non mi tornava la separazione tra il camminare dentro e il Camminare fuori, poichè nella mia ricerca è L’Unità che cerco sempre. Che poi boh, forse nel cercarla e ricercarla basterebbe ricordarsi solo delle prime parole del “trattato dell’Unità” di Ibn El Arabi. Lo avrò letto 4 o 5 volte, poi ho deciso che non mi serviva a niente leggerlo tutto e ho deciso di sintetizzarlo nella frase che c’è proprio nella prima pagina: “Tu sei Lui e Lui sei tu”.

Quella “e” è caduta grazie ai ritmi più lenti di questi giorni e che sono in armonia con la Natura, ma che l’uomo dimentica spesso, soprattutto in città, soprattutto proprio tra gli uomini. In questi giorni tutto è più lento, paziente, è la prima volta che non vedo nessuno spazientirsi o lamentarsi mettendosi in fila. E le file di questi giorni, per esempio al supermercato, sono ben più lunghe di quelle che si potevano fare prima del Corona. Non c’è il prendere la macchina per andare in palestra, né per andare a pranzo fuori o al centro commerciale la Domenica. C’è, eventualmente, l’uscire a piedi per prendere un po’ d’aria, tra l’altro da soli. C’è che è tutto più in armonia con i ritmi naturali.

Negli ultimi decenni abbiamo visto crollare muri, idee, credenze come in nessun altro periodo della storia. Ci vuole rispetto, tanto, in questo momento, perché al di là delle battute che circolano sui social per sopravvivere alla situazione, ci sono anche tante persone che stanno perdendo i loro cari. Però, se mi concedete una licenza di scrittura, noto come sia interessante che questo virus abbia in sè il nome Corona che ricorda la figura del Re. E come i Re illuminati permettono il crollo di schemi e credenze cristallizzate, questo, forse, sta facendo crollare quella “e” tra il mondo degli uomini e il mondo della Natura. C’è solo un altro Re che può farci da guida in questo passaggio, ce l’ abbiamo tutti, si chiama cuore.

Anzi … lo SIAMO tutti Re, perché “Tu sei Lui e Lui sei tu”.

Buon Cammino. Buon cammino e in Silenzio, senza “e”

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Luca Panaro

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